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Il Diario Di PJ: Il Vuoto Tour 

Cari amici,

Questa è una pagina che contiene estratti dal diario che ho tenuto durante il Vuoto Tour nel 2007.

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Sono stati tempi straordinari sotto tanti aspetti e davvero .. davvero intensi.

Ho pensato di condividerlo con voi.

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PJ

Amo i baci la mattina, ho sognato lussuria Non ho mai avuto te

e non hai mai avuto me

eppure ..

Ci siamo avute.

Spegni la luce e senti la mia voce

c'è un varco tra di noi

Ci ha risucchiato e abbiamo perso

È buio .. così buio.

Posso sentire la tua mano toccare la mia

Non riesco a vederti  ma so che sei con me Una maledizione ci ha unito per l'eternità

Voi e me e il vuoto.

Venezia, 5 Luglio

“Piazza S.Marco, 5000 persone.

Inizia così.. arriviamo a bordo di una barca e la città si riflette sulle lingue di mare che abbracciano questo posto stregato.

Ci sono tante sedie di fronte al palco, ma non sono per noi.

Lo stomaco è chiuso.

Sul palco facciamo amicizia con tante persone, mi sembra di essere finita in una dimensione parallela.

I ragazzi della band di Franco sono simpatici anche se ci guardano un po strano, siamo strane?

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Non sapevamo nulla di cosa dovevamo fare, ho imparato una linea vocale al volo e via sul palco davanti al pubblico, mi tremavano le gambe.

E' irreale.

Steve è uno dei tecnici, è inglese e mi sento un pò a casa, ci ha fatto ridere stasera: ha detto che i suoni erano un pò merdosi e che Marina stava partorendo radio! Bisogna trovare il modo di fissarle meglio queste radio..” 

 

Carpi, 09-13 Luglio 

“Hotel Villa Richeldi, stanza 101.

Siam venute qui dopo qualche giorno di pausa a Milano dove abbiamo soggiornato all'Hotel Mennini dove le mie notti insonni non sono state agevolate della morbidezza del cuscino! Una vera pietra.. Jessica suggerisce sia riempito con penne d'avvoltoio o stilografiche!

Non è proprio valsa la pena alzarsi per questa colazione.

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Qui siamo su un altro livello.  

Questo posto invece è meraviglioso: è l'unione perfetta tra passato e presente, ha un sapore di antica regalità, un lusso sfrenato di una vita che non ho mai vissuto.. o forse si?

Siamo qui per le prove, sapremo quindi cosa dovremo fare.

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Non è facile, c'è diffidenza e poca coesione, poca fiducia.

Le condizioni tecniche devono essere perfezionate, è un mondo così diverso.

Il Teatro Comunale è mozzafiato.

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Sono davanti a questa platea vuota col microfono aperto che mi accarezza le labbra.

Sento la mia voce vibrare e riempirne ogni anfratto, è bello quando il suono riesce a zittire i miei pensieri.

 

Oggi ho comprato una chitarra in un negozio di libri.

Non riesco a non averla con me, ho bisogno di lei.

Si beh dai, mi hanno preso in giro tutti, ma non m'interessa.

Io i tempi morti li riempio così.. e son così tanti.

L'oscurità avanza dentro me. Ancora.

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Lui mi ascolta e mi fa ridere.

Ma non sono sicura che sia questa l'attenzione che cerco.

 

 

Torino, 14 Luglio

“Questa è la prima data ufficiale del tour al festival TRAFFIC di Torino organizzato dai SUBSONICA. Loro sono uno spettacolo!

Ci sono 60,000 persone.

Nascosta dietro il palco ho dato un'occhiatina.. è terrorizzante.

 

Mi ci è voluto un pò di tempo e di preparazione ma mi sono ambientata e il vociare pare ormai lontano.

Quel mare di gente sembra una cosa sola, una massa unica, e non mi fa più paura.

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Sono rimasta ad aspettare fino al nostro momento. Ho imbracciato il basso, l'ho stretto forte (me lo hanno fatto cadere oggi.. un sobbalzo al cuore), ho visto un cartello tra la folla ed era per noi.

 

Abbiamo suonato PURE.

E' stata una scarica di adrenalina fortissima.. è in questi momenti che ricordo il perchè della mia esistenza.

Mi ha ricordato che sono viva.

Ci avvicina, ci lega.

Poi la realtà ritorna e siamo di nuovo lontane.

 

Lui continua a farmi compagnia. A volte dice cose strane. 

 

Alterno momenti di forte euforia ad altri di profonda assenza.. è molto stancante.

Non so più cosa sono o cosa dovrei essere.”

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Vulci, 15 Luglio

“Quì c'è un sacco di polvere.

Il palco è nella polvere, siamo circondati dalla polvere.

E zanzare. Tante zanzare.

Fà molto cado e i vestiti si appiccicano addosso.

Accanto al palco ci sono i nostri camerini ricavati da strutture in ferro foderate da pannelli in PVC. Dentro è l'inferno.. ma ci si deve preparare, veloci!

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Stasera apre il concerto il maestro Roberto Cacciapaglia e la sua violoncellista giapponese Yuriko.

Lei è deliziosa, un'anima gentile e umile, e una musicista impeccabile.

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Il pubblico è seduto. Questa è la prima volta che suoniamo di fronte ad un pubblico seduto.

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'Vi siete già trasformate in MAB?' ci chiedono i ragazzi. 

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Dopo l'apertura del concerto Yuriko è scesa dal palco in lacrime terrorizzata dalla reazione del pubblico che applaude e fischia.

Ha temuto che l'esibizione non fosse piaciuta e noi abbiamo cercato di tranquillizzarla spiegandole che in Italia molte volte il pubblico fischia, ma è un atto di apprezzamento.

Non mi sembrava convinta.

 

Le signore sedute in prima fila guardavano perplesse le mie calze sfilate e i miei piedi nudi.

Ma dopo l'ARIA hanno applaudito anche loro.

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'Franco! Sei un premio' gridano dalla folla 'Mi avete preso per un panettone?' risponde Franco con un sorriso. 

Lui è distinto. Il suo sorriso è veramente bello.”

 

 

 

Sesto Fiorentino, 16 Luglio

“Pernottiamo all'Hotel Villa Stanley, stanza 110.

Quì è veramente bellissimo, ogni volta che vengo in Toscana me ne innamoro di nuovo e mi riprometto che un giorno comprerò casa qui.

 

La vita in tour ha una strana monotonia.

E' diversa ogni giorno ma uguale allo stesso tempo.

 

Si salta sul bus, si osserva il paesaggio che scorre veloce dal finestrino, si chiacchiera un pò, si aspetta, si ascolta musica e stuzzicano le corde della chitarra, come la gita scolastica delle superiori.

Pausa pipì, caffè, pranzo, poi si arriva, check in all'hotel, pennichella e poi dritti al sound check.

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Cambiano i luoghi ma tutto fa in fretta a diventare routine, e poi non sei circondato dalle tue cose.

E' come essere in vacanza ma sei a lavoro, sei libero ma prigioniero in una gabbia dorata.

Sei sempre tu, tu in tour, tu in giro a suonare, ma non proprio il tu che eri quando sei partito.

Quello è a casa che aspetta e ti dice: quando tornerai ti mancherà e vorrai esser li invece che qui.

Si ma l'altro a volte vorrebbe starsene tranquillo, solo un attimo, e riorganizzare i pensieri.

 

Sono come due identità diverse che si ricongiungono quando chiudo gli occhi.

Durante la notte a volte mi manca il respiro.

So che tutto questo non è reale, siamo ospiti di un angolo di sogno che non ci appartiene.

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Forse potremmo averne una porzione tutta per noi, ci viene promessa e a volte fa gola. 

Giocano coi nostri desideri, la nostra fragilità e la nostra stanchezza.

Il prezzo è molto alto e non abbiamo le risorse per poterlo pagare.” 

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